170.000 POLLI a ciclo e una passione di FAMIGLIA

UN ALLEVAMENTO AVICOLO PER DIVERSIFICARE

Carba ha realizzato gli sbancamenti, i movimenti terra e la stabilizzazione a calce propedeutici alla costruzione di un nuovo allevamento avicolo, fornendo anche calcestruzzo e armature

#INOSTRICLIENTI

Chi è SOCIETÀ AGRICOLA TEDIOLI

Fino a oggi la Società agricola Tedioli Luigi e Silvio di Offlaga, in provincia di Brescia, ha prodotto esclusivamente cereali destinati ad altri allevatori.

Scopriamo allora come è maturata la scelta di cambiamento che ha portato questa realtà ormai consolidata del territorio a rivolgersi a noi di Carba per affidarci un nuovo, ambizioso programma di lavori.

Per anni il core business dell’azienda, i cui attuali titolari sono succeduti al padre nel 1995, si è concentrato sul primo anello della filiera. Più di recente, è stata presa la decisione di chiudere il cerchio, diversificando tramite un allevamento da oltre 170.000 polli a ciclo.

I Tedioli sono agricoltori da più generazioni. E, come è successo in molte famiglie agricole, i frazionamenti seguiti alle varie eredità hanno portato alla nascita di realtà aziendali diverse dalle dimensioni più piccole. Il primo passo dei titolari della Società agricola Tedioli, una volta assunto il controllo, è stato quello di allargare la dotazione fondiaria tramite l’acquisizione di terreni. L’attività è rimasta inizialmente incentrata sulla produzione di cereali e, avendo in quel periodo dei figli ancora in giovanissima età, Luigi Tedioli e il fratello Sergio hanno rimandato la scelta di investire sull’allevamento finché questi non sono cresciuti, manifestando la stessa passione dei genitori per il mondo agricolo e zootecnico e la volontà di seguirli nel nuovo progetto. Saranno loro a seguire l’allevamento avicolo di Offlaga: il futuro dell’azienda.

QUESTIONE DI TIMING

Costruire un allevamento in DUE MESI

Una volta ottenuto il via libera per la costruzione, la timeline dei lavori che sono stati affidati a noi di Carba non dipendeva tanto dai committenti quanto dalla ditta incaricata di realizzare le strutture di elevazione e gli impianti, che aveva fornito alla Società agricola Tedioli il progetto delle fondazioni e la tempistica dei montaggi.

Il nuovo allevamento è composto dalle quattro strutture principali dei capannoni, oltre a una zona servizi in corrispondenza dell’ingresso, ben distinta e separata dal resto, dove saranno posizionate le celle frigorifere per i capi, che in questo modo verranno ritirati da una ditta specializzata direttamente dall’esterno. È prevista poi una “zona filtro” per la decontaminazione degli eventuali visitatori dell’allevamento, ovvero l’accesso obbligato per veterinari o altri addetti: parliamo naturalmente di un’attività che, per le sue caratteristiche e per le norme igieniche, non sarà accessibile ad altri. Un’ulteriore struttura è dedicata alla centrale energetica, che ospiterà due generatori di emergenza: in un allevamento avicolo, infatti, è fondamentale assicurare una condizione ambientale costante, anche in caso di problemi della rete. Sono state previste, infine, due piccole strutture da adibire rispettivamente a deposito temporaneo in caso di epidemia e deposito attrezzi. 

Per la viabilità interna all’allevamento si è cercato di pavimentare il meno possibile, solo dove era necessario per ragioni igieniche, puntando in tutti gli altri casi sulla soluzione delle strade bianche con utilizzo di un materiale assorbente e compattato. 

I movimenti terra necessari sono stati limitati, poiché la terra risultante dagli scavi per la realizzazione delle sottofondazioni e, successivamente, delle fondazioni, è stata riportata lungo i lati delle piste, per essere poi ricollocata a fine lavori.

Siamo partiti dalla lavorazione del terreno e dalla creazione di massicciate per la viabilità, fornendo poi un pacchetto completo di lavori chiavi in mano che arriva fino alle pavimentazioni in calcestruzzo di due tipologie: con presenza di fibre rinforzanti e con rete elettrosaldata. Ci siamo occupati, insomma, di tutto quello che non rientra nella parte strutturale e tecnologica delle opere. Il concetto Carba di chiavi in mano, applicato alle realtà agricole e zootecniche del territorio.

IL DETTAGLIO DECISIVO

Pavimentazione in PIASTRA UNICA

I nostri tecnici di cantiere, come sempre, hanno seguito il cliente in base alle sue esigenze in tutte le fasi e cercato le soluzioni più idonee: una delle due tipologie di pavimentazioni, in questo senso, costituisce un esempio perfetto.

La pavimentazione è un aspetto molto importante per questo tipo di allevamento. Sia la ditta con la quale la Società agricola Tedioli aveva stipulato il contratto di soccida, sia quella incaricata di realizzare le strutture, avevano richiesto un pavimento interno ai capannoni che fosse il più possibile traspirante e omogeneo: una volta completati i test, l’esigenza era quella di puliredisinfettare e rendere la superficie quanto più possibile asettica. A questo scopo, a noi di Carba è stato chiesto di realizzarla col minor numero possibile di interruzioni. 

E qui nasce la sfida di realizzare un pavimento in piastra unica da circa 2000 mq, con finitura al quarzo e un livello qualitativo garantito al cliente. Così come i tempi: l’intero ciclo di lavorazione della pavimentazione di ogni capannone è stato completato in circa 3 giorni.

Intervista a a Luigi Tedioli

Il sodalizio con Amadori e... un lungo ITER BUROCRATICO

Per Luigi Tedioli e la sua famiglia, la scelta di puntare su un allevamento avicolo è stata il risultato di una riflessione approfondita, che ha tenuto conto di diversi fattori. “Volendo sintetizzare in modo estremo” ci racconta “quello di polli è il tipo di allevamento che permette di ‘trasformare’ maggiormente le risorse impiegate”.

E la ragione principale è nella natura stessa della specie allevata: “I polli hanno un ciclo di vita molto più breve rispetto a quello dei bovini o dei suini”. Basta qualche numero sull’area oggetto dell’intervento per rendere l’idea dell’impegno e dell’investimento affrontato: “Circa 8.200 mq, dove in condizioni normali le strutture in costruzione potranno ospitare fino a 170.000-180.000 polli da carne a ciclo”.

Gli animali allevati nella nuova area saranno forniti da un partner d’eccezione, Amadori, con cui Tedioli ha un contratto di soccida: una formula molto diffusa nel settore, che prevede una collaborazione economica tra la parte che dispone del bestiame e quella che lo prende in consegna per allevarlo.

“Si tratta di un settore molto competitivo” ci spiega.

“Sono davvero pochissime le aziende che allevano e macellano polli da sole. In particolare per una realtà come la nostra, già presente da tanti anni in ambito agricolo ma alla sua prima esperienza in quello dell’allevamento, era importante farsi affiancare da un partner affidabile: ci siamo rivolti a un’azienda leader del settore”.

Quanti anni ci vogliono per avviare un allevamento avicolo?

“Questo è un tasto dolente” sorride Tedioli. “Tanti, ve lo assicuro, ma questo per via dei tempi burocratici. Le prime considerazioni in merito risalgono addirittura a una decina d’anni fa. I primi quattro, tuttavia, sono stati persi perché alcuni terreni acquisiti non potevano essere destinati ad allevamento avicolo: un aspetto negativo o comunque difficile di quest’ultimo, infatti, consiste nell’obbligo di rispondere a requisiti molto più stringenti. Ad esempio, viene richiesto per motivi sanitari un distanziamento importante dagli altri allevamenti di qualsiasi genere. Capite bene che, in un’area come quella bresciana, caratterizzata da un’alta densità sotto questo punto di vista, non è stato per nulla facile trovare terreni adatti”.

Dopo il periodo già citato di quattro anni, in cui sono stati valutati i terreni già in possesso della famiglia senza ottenere riscontri positivi sulla possibilità di impiegarli nel nuovo progetto, si è presentata l’occasione di un conoscente che per motivi familiari aveva l’esigenza di monetizzare una parte della proprietà, e l’ha venduta alla Società agricola Tedioli.

Il passaggio immediatamente successivo è stato quello di rivolgersi all’ATS, che nell’arco di tre giorni ha rilasciato un parere favorevole alla creazione di un allevamento avicolo. “Questo è accaduto nel 2017” ricorda Luigi Tedioli

“Da allora, purtroppo, la burocrazia ci ha costretti ad attendere sei anni per poter iniziare i lavori. Una volta rilasciato il Permesso di costruire dal Comune in cui è insediata l’attività, ci è voluto un altro anno e mezzo per ottenere le autorizzazioni ambientali. Un ostacolo davvero difficile e oneroso perché si tratta di una sorta di conferenza dei servizi, cui partecipano una serie di enti tra cui ATS, Provincia, Ente strade e comuni confinanti. Abbiamo dovuto sopportare questo forte stress, ma ne è valsa la pena, perché l’esito è stato positivo”.

E qui entriamo in gioco noi di Carba, che siamo stati incaricati di realizzare le opere “dal suolo in giù”, fondazioni comprese.

“Il programma sviluppato insieme è risultato fondamentale” commenta ora Tedioli “a cominciare dalla preparazione del fondo, che ha consentito di ottenere la completa praticabilità delle piste di accesso anche in caso di pioggia, in tempo per la stagione invernale, non certo la più favorevole sul piano meteorologico”.

Il committente, in questo caso, è anche la miglior memoria storica possibile del cantiere, perché ha tenuto una sorta di diario fotografico giornaliero dell’avanzamento dei lavori: “Sono iniziati il 4 gennaio 2023” racconta “e devo dire che quello che si vede ora è soprattutto il frutto dell’organizzazione di Carba: ho calcolato che nel giro di due mesi la maggior parte delle opere incluse nel pacchetto erano già state completate”.

E quando il discorso tocca l’argomento della qualità realizzativa, Tedioli non ha dubbi: “Se prendiamo una delle pavimentazioni già ultimate, anche esaminandola in modo minuzioso, vedremo che non è presente una singola crepa”.

ANTISISMICO E SUPERFICI SENZA GIUNTI

La SFIDA progettuale e costruttiva che inaugura una COLABORAZIONE

Diverse aziende agricole e zootecniche del territorio si affidano da anni a Carba per i propri lavori di rinnovamento, ma per noi è importante che ci siano anche nuovi clienti con cui inaugurare una collaborazione.

È il caso di Luigi Tedioli, che non conosceva la nostra impresa ma a seguito di un lavoro riguardante una cisterna di biogas, da noi eseguito per un’azienda di un paese confinante, ha ricevuto dal collega una referenza positiva.

La scelta di Carba come general contractor cui affidare tutte le opere, esclusa la fornitura e il montaggio delle strutture prefabbricate, è nata dunque dal più classico ed efficace dei passaparola, e noi non possiamo che esserne felici.

Tedioli è stato un cliente impegnativo, in quanto inizialmente non ci conosceva come impresa. Una fase decisiva è stata quindi quella contrattuale, in cui gli abbiamo fatto capire cosa significhi avere un general contractor che si occupa del completamento della commessa dall’inizio alla fine, garantendo il rispetto dei tempi, la qualità delle lavorazioni e la responsabilità complessiva dell’intervento. Luigi Tedioli ha esaminato anche offerte diverse dalla nostra, ma separate, ad esempio per forniture di ghiaia o calcestruzzi o per le carpenterie: questa modalità avrebbe presentato anche dei vantaggi economici, ma non avrebbe garantito in nessun caso la regia unica e il controllo totale di tempi e qualità che sono alla base del progetto FAST, il nostro servizio chiavi in mano per il settore agricolo e zootecnico.

Una volta compresi a fondo dal cliente i vantaggi di questa formula, la sfida principale è stata quella di far convergere nella progettazione, insieme agli ingegneri, i requisiti in materia antisismica con quelli delle nostre pavimentazioni contenenti fibre e resine.

Queste ultime sono state concepite in modo da non avere giunti di dilatazione, per garantire l’igiene e il benessere dell’animale, evitando l’infiltrazione e la permanenza di batteri: lo studio della platea di ogni capannone nasce con questo scopo centrale.

Quello della resistenza al sisma era un requisito che riguardava le strutture prefabbricate dei capannoni. Gli elementi longitudinali in cui vengono annegati i pilastri non avrebbero potuto garantirlo da soli, e quindi il fattore decisivo del progetto è stato quello di trattarli come un unico manufatto insieme alla platea, che diventa a tutti gli effetti l’appoggio sismico di cui c’era bisogno. 

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