La nuova lama LIEBHERR (un PR726)

RICERCA DELL'INNOVAZIONE DI PRODOTTO E PROCESSO

Carba ha acquistato un Liebherr PR726 Litronic ed è il fulcro di tutti gli interventi pesanti di sbancamento, livellamento e movimentazione terra.

Carba è una di quelle aziende che in Italia non ti aspetti di trovare; nasce infatti da una prova di fiducia reciproca, cosa ormai quasi impossibile nel nostro Paese dove tutti dubitano di tutto. 14 anni fa un imprenditore attivo nel settore della produzione degli inerti e del calcestruzzo (allora già oltre la sessantina) ha voluto credere in un giovane  geometra (ventiquattrenne) che stava cercando di fondare la propria impresa di costruzioni.

Era il 2005 e da quell’incontro è nata un’azienda che da oggi lavoro a oltre 50 persone, che ha contribuito (non senza grandi sforzi) alla realizzazione dell’Expo di Milano e, ora, lavora per numerosissimi gruppi industriali in provincia di Bergamo e Brescia, oltrechè partecipa agli appalti pubblici (quelli in cui non è solo il prezzo a farla da padrone) nel settore delle infrastrutture stradali.

Il successo dell’azienda, come ci ha raccontato anche Mauro Carminati, è basato sulla costante ricerca dell‘innovazione di prodotto e processo, per poter garantire ai clienti sempre le migliori soluzioni costruttive disponibili; filosofia che, ovviamente, coinvolge anche tutto il parco macchine che è sempre aggiornato in modo da essere il più efficiente possibile.

Ed è in quest’ottica che rientra il nuovo LIebherr 726, da poco in azienda, e fulcro di tutti gli interventi pesanti di sbancamento, livellamento e movimentazione terra.

IL LIEBHERR 726 DI CARBA

Al lavoro fra le SERRE

Sei mesi di lavoro per preparare e allestire al meglio il terreno per una superficie complessiva di oltre 60 ettari che verranno destinati a serre; è un lavoro che abbina capacità di produzione, spinta e precisione quello che vede all’opera ilLiebherr PR 726 Litronic di Carba srl.

L’impresa di Fontanella in provincia di Bergamo sta lavorando su commessa di un’importante azienda agricola della bergamasca che produce e commercializza verdure imbustate; un business in  crescita, gestito con principi tipici dell’industria che richiedono ai fornitori qualità, tempistiche di lavoro precise e massima affidabilità.

Proprio per questo la Carba, che sta gestendo la fornitura con la formula del chiavi in mano, (oltre alle movimentazioni terra, realizzerà la rete stradale interna al lotto e tutti i capannoni necessari allo stoccaggio e alla produzione), ha messo al lavoro il Liebherr 726, un bulldozer da 16,5 tonnellate di peso operativo, prodotto dall’azienda tedesca nello stabilimento austriaco di Telfs.

Per vederlo al lavoro e per conoscere le impressioni degli imprenditori che l’hanno voluto nel proprio parco macchine abbiamo visitato la sede di Carba e abbiamo incontrato due dei tre soci, Mauro Carminati e Lorenzo Bassi.

ACCOPPIATA VINCENTE

FORZA e controllo

Dichiara Mauro Carminati: “Sono salito per la prima volta sul 726 due anni fa, su invito del venditore di Liebherr che ci segue, Simone Beretta, e la struttura complessiva della macchina, sia dal punto di vista delle carpenterie sia da quello del sottocarro, mi è sembrata fin da subito (anche in relazione ad altri concorrenti di primo piano che avevamo potuto provare in cantiere), davvero molto robusta e ben studiata. Una prima impressione che è stata confermata dalle prove che abbiamo effettuato prima dell’acquisto”.

“Nel nostro gruppo, prima del 726, avevamo due dozer di altre marche e prima dell’acquisto del PR726 Litronic abbiamo valutato attentamente tutte le alternative; d’altra parte un dozer è, per un’azienda come la nostra, un acquisto davvero molto importante: parliamo di un mezzo che, al contrario di un’escavatore, è destinato a restare nel parco macchine per 15-20 anni e che quindi non possiamo sottovalutare”.

“Liebherr ci ha consegnato il 726 a maggio e lo abbiamo subito messo alla prova nei nostri cantieri” – afferma Mauro Carminati che continua – “provo personalmente tutte le macchine che acquistiamo (a maggior ragione un mezzo importante come il dozer) e sono rimasto davvero molto colpito dalla capacità di spinta di questo mezzo. Altra sorpresa davvero gradita, la lama, la cui forma facilita davvero tantissimo il taglio e il rotolamento del materiale, consentendo di lavorare con una produttività di sbancamento davvero importante, anche in condizioni di lavoro complesse”.

SEMPLICITÀ DI GUIDA

La CHIAVE della produttività

“Ovviamente Liebherr non è certo una delle scelte più economiche (anzi), ma come imprenditore non rimpiango il maggiore investimento finanziario rispetto ad altre macchine della concorrenza, dato che sono convinto che lo potremo recuperare velocemente grazie alla grande produttività della macchina“.

Il motore è un quattro cilindri Liebherr da sette litri che eroga 120 kW a 2000 giri al minuto; in regola con lo Stage IV, riesce ad abbinare potenza e efficienza, come conferma anche Carminati: “Anche i consumi sono stati una gradita sorpresa: il motore Liebherr lavora a piena potenza con regimi di motore molto bassi,consentendo a fine giornata di accumulare significativi risparmi dal punto di vista dei costi di acquisto del carburante”.

“Altro dettaglio da non sottovalutare: il PR726 è molto semplice e intuitivo da guidare; ha una risposta pronta e veloce ai comandi che consentono anche a operatori non specializzati (e il reperimento degli operatori è uno dei problemi principali che abbiamo come azienda) di imparare velocemente e garantire la produttività che ci è necessaria”.

“L’idraulica e la trasmissione, infine; molto reattive (la pompa eroga 148 litri al minuto a una pressione massima di 20 Mpa), non permettono mai, anche sotto carico impegnativo, al dozer di slittare, garantendo una spinta costante e uniforme;  dettaglio questo non da poco quando si debbano garantire produzioni giornaliere elevate”.

Carminati conferma sul campo quello che Liebherr sottolinea nei propri documenti tecnici di cantiere; la trasmissione idrostatica adegua in automatico e in tempo reale la velocità di avanzamento e la coppia motore, in base al carico istantaneo della lama, agendo anche in maniera differenziata anche sui due cingoli; l’operatore, quindi, ha sempre la migliore spinta, evitando slittamenti indesiderati che comprometterebbero la produttività del dozer. 

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